giovedì 30 luglio 2015

L'ultimo spazio di libertà

Jean le Cam, il 22 novembre 2012, mentre era intento nella più spettacolare e dura regata velica al mondo, la Vandée Globe , raggiunto dalla notizia di aver subito una penalizzazione di due ore dalla giuria per aver attraversato in senso contrario una zona di separazione del traffico marittimo presso Capo Finisterre, trasmise in collegamento diretto via satellite il proprio sfogo: “S’il n’y a pas la possibilité de le faire, alors mettez-nous des points obligatoires. De toute façon, il n’y a plus que de choses obligatoires dans ce bas monde […] Pourquoi on est là? Parce que on fait rêver les gens. Parce qu’ils ont trop d’interdits. Faut arrêter les interdits. Ce Vendée Globe et la mer sont encore nos seuls espaces de liberté. Ne gachêz pas tout, s’il vous plaît. Merci”. Da questa affermazione è nata l'idea per un libro che cercasse di indagare, sia pur in modo parziale, il rapporto al tempo stesso culturale ed emozionale tra gli esseri umani e il mare. Fresco fresco di stampa eccolo:

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