lunedì 28 novembre 2016

Ah il moschettone maledetto!

Sabato 26 novembre il cielo è grigio, voglio fare delle prove con il gennaker e il vento è ideale: leggero, ma di direzione e intensità abbastanza costanti. Ci spingiamo di bolina al largo, poi poggiamo e issiamo il gennaker. Navighiamo un po' mure a sinistra e poi strambiamo per navigare mure a dritta. Manovra perfetta, tutto va bene, ma dopo una decina di minuti il gennaker si affloscia e cade in acqua. Al primo momento penso sia lo stopper della drizza che si sia aperto e invece no, è il moschettone della drizza che si è aperto. Per fortuna recuperiamo la vela senza danni, ma ovviamente è fradicia. E' già il tramonto e dunque rientriamo in porto con il gennaker in pozzetto a scolare il grosso dell'acqua. E' la terza volta che mi capita una cosa simile: la prima su Futura, in Atlantico durante l'ARC, la seconda su Zazà con lo spinnaker issato e la terza è quella che ho descritto. Domenica mattina mi faccio una passeggiata in testa d'albero per recuperare la drizza e il moschettone rimasto lassù. In cielo nuvoloni neri poco rassicuranti, ma usciamo e issiamo la vela per farla asciugare, ma uso la seconda drizza di spi, non mi fido più del moschettone maledetto!

venerdì 11 novembre 2016

Vendée Globe 2016

Questa volta c'eravamo anche noi, come spettatori ovviamente! Partiti per Nantes venerdì 4 novembre alle 7,55 arriviamo nel villaggio di partenza di Les Sables verso mezzogiorno e subito l'impatto è sorprendente: una folla immensa di marinai professionisti, di invitati dagli sponsor, di bimbi delle scuole, di marinai della domenica, di marinai saltuari, di curiosi, di sognatori... Mi irrigidisco un po' a causa della mia antipatia per la folla, ma poi mi faccio trascinare dall'entusiasmo generale e dalla gentilezza e disponibilità dei volontari che gestiscono la baraonda. A sera arrivano anche Massimo e Laura di Corto Maltese e la gente arrivata per questo evento è talmente tanta che fatichiamo a trovare un posto al ristorante per cenare. Sabato splende il sole, colazione veloce e poi una lunga scarpinata fino al villaggio (neanche da pensare di avvicinarsi in automobile), il pontile dove sono ormeggiati gli IMOCA 60 non è più accessibile al pubblico perché fervono gli ultimi preparativi, ma, anche da lontano, lo spettacolo delle 29 barche è coinvolgente. Incrociamo Riou e Le Cam, mentre Gabart, che in questa edizione avrà il ruolo di commentatore, è al nostro fianco mentre nello stand del dipartimento Vendée guardiamo un filmato riassuntivo delle edizioni precedenti. E' ancor più difficile trovare un ristorante che abbia quattro posti liberi, ma, alla fine, un'ottima choucroute de la mer, ricompensa le nostre peregrinazioni. Domenica è il gran giorno, ancora una giornata di sole che favorisce l'afflusso di una folla immensa, non ho mai visto tanta gente... i giornali parlano di 400.000 persone, francamente non ho la più pallida idea di quanti potessero essere effettivamente. La gente è assiepata lungo il canale che porta da Port Olonne al mare aperto, sui balconi delle case, su centinaia di barche nel porto, lungo il canale e in mare, tutti ad applaudire, a fare un tifo da stadio per tutti i concorrenti indistintamente, in un ambiente assolutamente sereno. Le barche scendono il canale distanziate di 5 minuti l'una dall'altra e i 20 minuti che dura il tragitto fino al mare sono per i concorrenti un bagno di folla, forse una carica d'umanità prima di tre mesi di solitudine. Assistiamo alla partenza vera e propria dalla spiaggia, un occhio al largo a sbirciare le alte sagome delle vele issate, un occhio al maxischermo che trasmette le immagini riprese dall'elicottero della partenza. Al conto alla rovescia dell'ultimo minuto cala un silenzio irreale e al "Top départ" scatta un grande applauso liberatorio. Buon vento ragazzi! Massimo e Laura partono nel pomeriggio di domenica 6 novembre, Lauris ed io nel pomeriggio di lunedì, abbiamo ancora un giorno per rilassarci e per scoprire Les sables d'Olonne che per chiunque vada anche solo un po' per mare, assume un valore magico. 1 Enri e Lauris; 2 Coda per accedere al "ponton"; 3 Il "ponton"; 4 Ancora il "ponton"; 5 Il mini con cui Alessandro di Benedetto ha fatto il giro del mondo; 6 Folla sul pontile; 7 Folla in spiaggia; 8 Hugo Boss verso la partenza; 9 Lunedì la città ritrova i suoi ritmi, ma rimangono i segni della grande festa...

martedì 11 ottobre 2016

Coppa dall' Orso 2016, una scampagnata?

L'1 e il 2 ottobre si è svolta la Coppa dall'Orso su percorso Chiavari-Portovenere e,il giorno seguente, Portovenere-Chiavari. Partecipiamo su Dea Selvatica, equipaggio: Carletto, Monica, Claudia, Lauris ed io. Le intenzioni erano quelle di fare più che altro una scampagnata, infatti la barca è appesantita da tutto il materiale "da crociera", non ha la carena pulita e l'equipaggio non è dei più agguerriti. Partenza alle 8, cielo velato vento da nord. Ben presto il vento rinforza, toccando punte di 18-20 nodi, e gira da scirocco: proprio dalla nostra direzione. Si procede bene, con bordi perfetti, ma tutte le altre barche, una cinquantina contando IRC, ORC e Libera, sono più grandi e più veloci di noi. Io la prendo con filosofia, ma Carletto mostra segni di nervosismo, non ci sta, anche in una scampagnata, anche se la barca è sotto invelata, ad essere battuto. Alla fine ne lasciamo alle spalle, tra tutte le categorie, quattro, sei se contiamo i ritirati. Appena arrivati al pontile inizia a piovere, ci è andata bene, non sarebbe stata piacevole una regata sotto la pioggia. Il giorno seguente ancora partenza alle 8,il cielo ben presto si apre, c'è il sole, ma manca all'appello il vento. Ciondoliamo fino alle 11,30, praticamente non ci siamo mossi, decidiamo di accendere il motore, consapevoli che anche se fosse salito un bel vento non avremmo tagliato la linea del traguardo entro il tempo limite, fissato per le 17,30, in effetti entro quell'ora sono arrivate solo tre barche, ovviamente le più grandi e "cattive". A quel punto la navigazione è diventata veramente una scampagnata: spuntino, un po' di prosecco a turno un po' di riposo e abbronzatura in pozzetto...

lunedì 19 settembre 2016

Quanto è bella Zazà

Capita spesso che amici e conoscenti mi facciano i complimenti per come è tenuta Zazà e che si stupiscano del fatto che sia una "ragazza" del 1984. Ovviamente ne sono orgoglioso, so comunque che ciò è frutto di attenzione nei suoi confronti e di costante manutenzione. Non sono un bricoleur per cui per molti lavori mi affido ad artigiani, ma di tanto in tanto, mi cimento nei lavori meno impegnativi. Così sabato abbiamo fatto una bella navigata con un bel vento che in raffica stimo abbia raggiunto i 25 nodi (genoa ridotto e una mano di terzaroli, peccato avessi il cellulare scarico: ne sarebbe uscito un bel filmato), ma domenica levigatrice e pennello a rinfrescare parte del flatting... ogni tanto ci vuole!

domenica 11 settembre 2016

Lui e lei 2016

Sabato 10 settembre Lauris ed io partecipiamo con Zazà alla veleggiata Lui e Lei, organizzata dalla LNI di Sestri Levante e dalla veleria Wsail. Il percorso quest'anno, a causa della necessità di lasciare lo specchio acqueo vicino a Punta Manara libero per l'ammaraggio dei Canadair impegnati nello spegnimento di un incendio sulle alture di Sestri, prevedeva la partenza tra Sestri Levante e Cavi di Lavagna, la volta alla boa di Portofino e il ritorno alla linea di partenza. Come sempre siamo tra i primi a partire; un bel vento ci spinge al traverso/gran lasco e Zazà vola. Verso Portofino il vento gira in poppa, girare la boa non è facile a causa del mare incrociato e del continuo passaggio di barche a motore. La giriamo per secondi, stringiamo al massimo e ripartiamo con buona velocità verso Sestri. Mi tengo alto, sul bordo verso sud, perché ho paura che sull'altro bordo il vento, verso il monte tra Zoagli e Chiavari, sia inferiore o addirittura nullo. Il vento però gira prima al traverso e poi di poppa, ci troviamo così penalizzati perché lontani dalla rotta diretta all'arrivo. Perdiamo qualche posizione, ma siamo sempre nel gruppo di testa. Nell'ultimo tratto il vento cala del tutto, l'ultimo mezzo miglio è una lotta per sfruttare ogni minima bava di vento che salta incessantemente da destra a sinistra, fa caldissimo ed è molto afoso. Jonathan Livingston, un Hanse 575 nuovissimo, ci passa proprio sulla linea del traguardo. Siamo comunque settimi su venti concorrenti e primi della flotta di Lavagna. Abbiamo lasciato alle spalle molte barche più grandi, più veloci e con vele tecnologiche e ciò dimostra che abbiamo navigato bene e che Zazà con vento medio, dai 10 nodi in su, dà il meglio di sé. Brava Zazà!

mercoledì 31 agosto 2016

La vallée des fous

Port la Foret, nel punto più profondo della baia di Fouesnant, potrebbe essere uno dei dei tanti porti turistici che costellano le coste europee. Nato negli anni '70, dal 1995 accoglie il polo di allenamento e ricerca per la competizione velica d'altura: "Finistère course au large" a cui fanno capo molti dei più famosi competitori delle corse d'altura. Nel 2008 il porto è stato ingrandito per ospitare i 60 piedi, completando così la caratterizzazione competitiva del sito. Olivier de Kersauzon ha soprannominato il luogo "la vallées des fous", visto le imprese e i grandi risultati dei marinai che lo hanno eletto come loro base. Qui, tra gli altri, si allenano: Michel Desjoyeaux, François Gabart, Armel le Cléac'h, Erwan Tabarly, Roland Jourdain, Jean Le Cam, Vincent Riou, Samantha Davis... tutti protagonisti della vela d'altura, in particolare della Vendée Globe, la corsa mitica per chiunque ami il mare e la vela.
In ordine: 1 Finistère course au large; 2 Le ponton des 60 pieds; 3 La barca di Roi Jean (Le Cam); 4 La barca di Vincent Riou; 5 L'imbocco della baia di Fouesnant visto da est, dalla parte di Concarneau.

martedì 30 agosto 2016

Bretagna, ancora e ancora

Sono quasi trent'anni che frequento questa regione e quest'estate mi sono sorpreso a pensare che è difficile trovarvi qualcosa di brutto. Certo, raramente il cielo è blu come quest'anno, o almeno per tutta la giornata, certo è periferica e un po' selvaggia, ma sia lungo la costa che all'interno è magnifica.
Nell'ordine: 1) Binic, l'ingresso del porto; 2) Doelan sur Mer; 3) Le goéland de Doelan; 4) Moelan sur Mer; 5) 8, Route des Macles: un petit paradis; 6) Pontivy, Rue du Fil; 7) Pontivy, Rue du Paradis; 8) Pontivy, le chateau.

lunedì 29 agosto 2016

A zonzo con Zazà

Due settimane di girovagare per il Mar Ligure e il Tirreno Settentrionale. Tempo splendido e, a parte il primo tratto, da Lavagna a Marina di Pisa, sempre vento, a volte impegnativo, ma sempre divertente. Quasi sempre in rada, senza sentire il bisogno di scendere a terra, se non per fare un po' d'acqua e di cambusa, 450 miglia senza una vera meta se non quella di godere del mare, di Zazà e di noi stessi.
Nell'ordine: 1 Tramonto a Marina di Pisa; 2 Isola del Giglio NW; 3 Talamone; 4 Secche di Vada; 5 Tramonto a Portovenere. Per chi volesse vedere Zazà in azione: https://www.youtube.com/watch?v=xnl4s6GjfuQ

lunedì 15 agosto 2016

Com'è piccina Zazà!

Durante la nostra crocerina estiva è successo un piccolo incidente: si è aperto il moschettone della drizza dello spi mentre era issato, che ovviamente è caduto, fortunatamente c'era poco vento e sono riuscito a recuperarlo prima che finisse tutto in acqua, ma
la drizza è rimasta in testa d'albero. Sono dunque salito là in alto per recuperare drizza e moschettone. Ottima occasione per guardare e fotografare Zazà dall'alto: come sembra piccina! Presto foto e impressioni dal nostro gironzolare estivo.

lunedì 18 luglio 2016

Eppure il vento soffia ancora

Non passa giorno in cui non si sia raggiunti da notizie di violazioni delle libertà, guerre, stragi, violenze, colpi di stato e così via. Fatti che sono la negazione del senso di libertà, di responsabilità personale e di amore per il nostro pianeta e per i suoi abitanti che ci spinge a solcare il mare. Eppure, nonostante tanta bruttezza, come cantava Pierangelo Bertoli, il "vento soffia ancora". Dobbiamo ricordarcelo in ogni momento della vita, non come via di fuga, come pensiero consolatorio, ma come immagine esemplificativa del bello che ci può essere e verso cui dobbiamo tendere.

lunedì 11 luglio 2016

Regata del Tino

Il 9 e il 10 luglio 2016 si è svolta la Regata del Tino. Il percorso, come da tradizione, avrebbe dovuto prevedere la partenza da Rapallo, l'inversione di rotta all'isola del Tino, da lasciare a sinistra, e il ritorno a Rapallo. Carletto ed io abbiamo partecipato con la sua Dea Selvatica. Fin dall'inizio, a causa della mancanza di vento, il percorso è stato ridotto da Rapallo a Punta Mesco e ritorno. Partenza alle 13 con una debole brezza da sud e parecchia onda dovuta al continuo passaggio di motoscafi in questo fine settimana estivo. Il vento con il passare delle ore è diminuito ancora. Si alternavano momenti in cui si era praticamene immobili e si cercava semplicemente di tenere la prua in rotta a brevi momenti in cui ci si muoveva a massimo 3 nodi in una giornata caldissima. Passano le ore e si alterna il gioco dei refoli d'aria in cui si procede lentamente ai momenti di buco totale. Scende con un tramonto bellissimo la notte, calda e con una stellata difficilmente visibile in Liguria, ma si procede lentissimamente. Alla fine la giuria decide di porre l'arrivo a Punta Mesco, un terzo circa del percorso previsto inizialmente. Tagliamo il traguardo alle 1,37 di domenica 10. 12 ore e 37 minuti per percorrere 20 miglia! Non abbiamo però mollato un momento e alla fine, grazie anche agli abbandoni di alcuni concorrenti, siamo secondi in ORC. Faticoso, ma durante la notte ho goduto di momenti di pura bellezza.

mercoledì 22 giugno 2016

Giraglia 2016

Arriviamo a Saint Tropez con qualche giorno d'anticipo rispetto alla "lunga" per evitare i colpi di vento previsti e per godere un po' dell'aria di festa che si respira nella cittadina francese in occasione delle regate della Giraglia Rolex Cup. Assistiamo così alle partenze delle costiere, incontriamo un po' di amici e partecipiamo alla tradizionale festa del martedì sera, quest'anno, a parte il magnifico fuoco d'artificio, un po' sottotono. Mercoledì la partenza è fissata per le 12 e il cielo è variabile. Il comitato di regata annuncia che non si girerà lo scoglio della Fourmigue a causa di esercitazioni militari in corso e che al suo posto si girerà una boa posta una decina di miglia prima. Dopo la partenza bisogna doppiare una boa di disimpegno da lasciare a sinistra che si trasforma in un piccolo incubo. Infatti immediatamente dopo il via il cielo si copre, il vento cala del tutto e si mette a piovere a dirotto, occorreranno 5 ore per passarla e giungere all'uscita del golfo di Saint Tropez. Procediamo verso la prima boa con vento al traverso, doppiata la quale si punta verso la Giraglia, ma il vento proviene proprio da quella direzione costringendoci a bordeggiare. Durante la notte il vento è di intensità variabile, ma generalmente debole e sempre dalla direzione "sbagliata". Il mattino seguente non cambia la situazione e, una volta raggiunta una latitudine che ci permetterebbe di arrivare direttamente su Capo Corso, incappiamo in una bonaccia che dura diverse ore. A sera di giovedì si riprende a navigare, ma all'imbrunire, velocemente, il vento aumenta passando in poco tempo dai 7/8 nodi ai 45 nodi e girando da SW. Riduciamo velocemente la tela e giunta la notte arriva anche l'onda che si fa sempre più ripida e frangente, procediamo con la sola tormentina, ma non è facile mantenere in rotta Dea Selvatica. Carletto dice che non se la sente di affrontare il passaggio tra Capo Corso e la Giraglia di notte e con quel mare e quel vento. Massimo, occasionale terzo membro dell'equipaggio, ha notizia da terra che ad est della Corsica le condizioni sono molto migliori, decidiamo dunque di doppiare, molto a sud, la Giraglia e di dirigerci verso Livorno per poi, se le condizioni migliorano, dirigerci su La Spezia. Oltre la Corsica il mare non è affatto migliore, decidiamo dunque di ridossarci a Capraia, ancora alcune ore al timone in condizioni non facili.
Giungiamo a Capraia alle 7,45, ormeggiamo, facciamo colazione, mettiamo un po' a posto la barca, pranziamo al "Vecchio Scorfano" mentre cielo e mare si placano e il cielo blu sembra una beffa. Alle 00,30 di venerdì molliamo gli ormeggi per rientrare a Lavagna dove arriviamo alle 13 dopo una navigazione tranquilla. Sono francamente deluso anche se, anche rabbioso il mare è sempre bellissimo e lungo la rotta un branco di balene e una grossa tartaruga mi hanno parlato del mistero del mare e della vita.

martedì 31 maggio 2016

Regata degli isolotti 27-29 maggio

Seconda regata del programma X2. Partenza da Genova venerdì 27 maggio alle ore 19 con pochissimo vento. Carletto ed io decidiamo di tenerci al largo e la strategia si rivela vincente. Infatti mentre le barche che ci precedono scadono sottovento dirigendosi verso il Golfo Paradiso e restando là bloccate a lungo, noi, molto lentamente, procediamo nella buona direzione. Molto lentamente superiamo il promontorio di Portofino e il Golfo del Tigullio ci regala una brezza da terra sostenuta che ci permette di procedere attorno ai 6 nodi. Dopo il Tigullio si procede ad elastico, a momenti si è quasi fermi e a momenti si procede un po' più veloci. Dopo Punta Mesco il vento cala quasi completamente, è ormai mattina e possiamo avere anche visivamente conferma che siamo nel gruppo di testa della flotta, ma il vento che ora proviene prevalentemente dalle nostre spalle, è leggerissimo e di direzione variabilissima. A distanza di poche decine di metri le condizioni sono diverse, ci si può muovere o si può rimanere completamente fermi. Ormai in Prossimità dell'Isola del Tino, prima boa del percorso, da lasciare a destra, un refolo da poppa ci spinge sotto spi, ma il vento ci pianta e restiamo bloccati, mentre le altre barche ricevono un venticello che permette loro di raggiungerci. A questo punto commettiamo l'errore che compromette la regata. Per passare il Tino ci sono due possibili opzioni, o scegliere la rotta più diretta e breve o tenersi molto al largo per poi risalire verso nord. Noi teniamo una rotta intermedia che si rivela un disastro, issiamo e ammainiamo almeno cinque volte lo spi, ma siamo quasi fermi e ci passano tutti. Doppiato il Tino, ormai nel pomeriggio di sabato, un bel vento da sudest ci porta verso l'Isola della Gorgona, seconda boa del percorso, si procede bene, ma il vento è disteso e dunque chi ci precede è irraggiungibile. Dopo il tramonto il vento ci pianta nuovamente e si sta due ore a combattere per tentare di almeno tenere la prua in rotta. Il vento riprende, ma il tempo perso inizia a farci dubitare di poter arrivare all'arrivo, posto a Livorno, entro il tempo massimo, fissato alle ore 7 di domenica 29. Dea Selvatica riprende a filare ad ottimo ritmo, ma il passaggio della Gorgona, da lasciare a sinistra, si rivela, come prevedibile, complicato dall'effetto ombra costituito dalla conformazione montuosa dell'isola. Passata la Gorgona ci aspettiamo che il vento ci venga al traverso e invece cade e, dopo poco, ritorna, piuttosto intenso, ma proprio dalla direzione di Livorno. Si bordeggia, ma si fila a 6/6,5 nodi e dunque c'è ancora speranza di tagliare la linea del traguardo entro il tempo massimo. Nelle ultime miglia il vento ci dà un po' di buono e dunque ci dirigiamo verso la meta senza dover bordeggiare. La linea d'arrivo è posta tra la costa, in corrispondenza della sezione velica dell'Accademia Navale e una boa posta a 300 m dalla costa e sormontata da una luce intermittente bianca che risulta, per la sua scarsa intensità e per il suo essere
confusa tra le luci della città, difficilmente identificabile, comunque, dopo non pochi dubbi, tagliamo la linea del traguardo alle ore 5,40. Siamo entro il tempo massimo e il nostro obiettivo minimo è raggiunto. Siamo gli ultimi a tagliare, ma noi diamo il meglio con vento medio forte, le altre barche concorrenti sono tutte più grandi e sono condotte da equipaggi completi e comunque nella prima metà della regata, abbiamo dato loro filo da torcere. Questi fattori dimostrano che siamo competitivi: state attenti ragazzi!

martedì 17 maggio 2016

Prima prova Trofeo Franco Casaretto

Venerdì 13 maggio mi scrive un messaggio Massimo chiedendomi se il giorno successivo voglio andare in regata su Corto Maltese perché sono a corto di equipaggio. Rispondo positivamente. Sabato parto da Milano per le 8,15 e per le 10,30 sono in porto a Lavagna, il tempo per una colazione e per mettere le nostre cose su Zazà e ci imbarchiamo su Corto. Si tratta del trofeo memorial Franco Casaretto, detto "Franco Capo Horn", con partenza da Chiavari e su percorso: giro dell'allevamento, ritorno a Chiavari, boa al largo e traguardo a Chiavari. In barca siamo in 5: Massimo, Michel, Fabio, Lauris ed io. Si parte alle 12,30 con vento da Sud-est di 6/7 nodi. Una partenza fulminante da parte di Michel ci porta in testa alla flotta, poco vento e dunque tutti immobili sottovento. Dopo l'allevamento issiamo lo spi, il vento è sceso ancora e c'è onda lunga per cui lo spinnaker porta poco e male, ma in qualche modo e perdendo qualche posizione, arriviamo di nuovo alla boa di Chiavari, si riparte verso la boa al largo che dovrebbe essere di bolina, ma in realtà il pochissimo vento viene al traverso, a questo punto la giuria decide di ridurre il percorso alla boa al largo. Alla fine siamo secondi. Il giorno seguente, mentre noi veleggiamo su Zazà, Corto con il suo equipaggio abituale conferma il secondo posto e conclude, sempre al secondo posto, il trofeo.

VelaCup

Tra il 4 e l'8 maggio 2016 si è svolto a Santa Margherita Ligure il Vela Festival, manifestazione che comprendeva: esposizione di barche e di accessori per la vela, premiazioni dei migliori velisti, battesimi della vela e una veleggiata denominata VelaCup. Partecipiamo con Dea Selvatica con equipaggio: Carletto, Monica, Claudia, Lauris ed io. Alla partenza 209 barche, dal Laser al maxi, uno spettacolo ormai raro nel Golfo del Tigullio e che spero possa fare un po' di pubblicità al nostro sport e alla cultura del mare. Il percorso prevede la partenza a Santa, il giro della boa di delimitazione del parco alla punta di Portofino, una boa al largo e il ritorno a Santa Margherita. Pur nel caos partiamo molto bene, con 8/10 nodi di vento da sud-sud-est, alla boa di Portofino siamo tra i primi, ma un ingorgo ci rallenta e ci fa perdere posizioni, poi, sul lato verso la boa al largo rinvengono tutte le barche di grandi dimensioni o quelle molto veloci come i J80 o gli UFO, ma ci difendiamo comunque bene, girata la boa issiamo lo spi e il vento inizia a calare, ornai a mezzo miglio dal traguardo pensiamo che il vento ci pianti del tutto, ma si riprende un po' permettendoci di finire il percorso. Alla fine siamo 57esimi su 209, Carletto è un po' deluso a causa dell'intoppo alla boa di Portofino, ma io mi sono divertito anche se sempre più mi rendo conto che preferisco le "lunghe". Nel pomeriggio io e Lauris facciamo in treno un salto a Santa per vedere gli stand, troppa gente, ma riusciamo a fare una visita approfondita all'RM890 e devo dire che è proprio una barca che si avvicina al mio ideale.

Trofeo Lion Club Castello

Il 16 aprile partecipiamo su Corto Maltese al Trofeo Lion Club Castello. Partenza da Chiavari, giro dell'allevamento ittico, boa al largo e ritorno a Chiavari, ritorno alla boa al largo e boa di arrivo a Chiavari. Questa volta c'è vento, minimo 10 nodi e massimo sui 18. L'equipaggio, formato da Massino, Michel, Carletto, Fabio, Lauris ed io, non fa grandi errori, la barca con quel vento, fila bene, mentre generalmente è in difficoltà nelle ariette. Alla fine siamo terzi, non male anche se il campo dei partenti è, come al solito limitato: 8 nella nostra categoria. Una cosa mi ha colpito: il numero relativamente elevato dei ritiri, ciò significa che le barche sono tarate e gli equipaggi allenati, per arie molto leggere e che appena il vento è un po' più sostenuto si trovano in difficoltà.

lunedì 16 maggio 2016

La regata dei cetacei - Balene

Partecipiamo ad inizio aprile alla prima delle "lunghe" in programma: La regata dei cetacei. Partiamo da lavagna il 7 aprile all'alba e, dopo un trasferimento assolutamente tranquillo, giungiamo a Viareggio nel primo pomeriggio. Il mattino seguente finiamo di sistemare la barca e, nel pomeriggio partecipiamo al breafing. Con sorpresa veniamo a sapere di un cambiamento di percorso, generalmente questa regata parte da Viareggio dirigendosi a Nord, doppia l'isola del Tino, lasciandola a sinistra, e si dirige a Sud verso la Giraglia da lasciare ancora a sinistra e torna a Viareggio; quest'anno invece, a causa di esercitazioni militari nei pressi del Tino, il percorso prevede, dopo la partenza da Viareggio, di dirigersi a Sud, di lasciare a destra il faro più settentrionale delle secche della Meloria, di lasciare ancora a destra la Capraia, dirigendosi sulla Giraglia da lasciare anch'essa a destra e il ritorno a Viareggio. Durante il breafing meteo veniamo informati che si prevede vento debole, al massimo moderato, fino alla Giraglia dove sarebbe stato possibile un non molto consistente rinforzo. Si parte alle 17,30 dell'8 aprile. Uscendo dal porto di Viareggio un'onda formata, particolarmente fastidiosa in uscita da Viareggio, ci avverte che, almeno in lontananza, è in corso una buriana. Partiamo prudenti, fiocco e randa, ma il vento cala e chi ha utilizzato il genoa viaggia più di noi. Cambio di vela e issiamo il genoa olimpico recuperando un po' sugli altri concorrenti e girando il faro, circondato da secche poco rassicuranti, ancora con la luce. Appena cala il buio il vento, da Ovest-Nord-Ovest, inizia ad aumentare, mentre il mare cresce e si fa ben presto molto grosso. Inizia il balletto delle riduzioni di vela, prima prendiamo una mano di terzaroli, poi mettiamo il fiocco, poi la seconda e la terza mano di terzaroli, poi passiamo alla tormentina e poi ammainiamo del tutto la randa. Il vento cresce sempre, facciamo in tempo a leggere sullo strumento 43 nodi, poi l'anemometro, così come il windex e l'antenna del vhf si rompono. Il mare è veramente grosso, le onde rompono in coperte e, al buio, riusciamo a vedere solo la cresta bianca prima che si abbatta su di noi. Bagnati fradici, infreddoliti e colpiti dal mal di mare decidiamo di fermarci in Capraia, nel cui porto giungiamo, sotto una pioggia battente, alle 8,30 del giorno 9, dopo 12 ore ininterrotte di vento e mare veramente infami. Facciamo colazione con ancora la sensazione di dondolare, poi riposiamo un po' tra indumenti, vele e sacchi a pelo bagnati. A pranzo ci concediamo un primo caldo e nel pomeriggio cerchiamo di far asciugare un po' e riordinare la roba, mentre è tornato il sole. Ripartiamo all'alba del 10 e ci dirigiamo al porto di Fezzano (la Spezia) con un cielo limpido, mare calmo e, verso la fine del trasferimento, un bel venticello che ci spinge a 6 nodi. Ormeggiamo alle 16 circa, un po' di corsa riesco a prendere il treno da Spezia per Milano delle 18,10 e si conclude così per me questa avventura. Siamo un po' delusi per non aver finito, ma in mezzo a tutta quella buriana, non abbiamo fatto nessun errore, non abbiamo provocato danni (quel che si è rotto era fuori della nostra portata) e abbiamo mantenuto la calma. Del resto su 33 barche partite ne sono arrivate solo 9 e tutte più grandi di noi. Un'esperienza comunque importante e da mettere in conto da chi va per mare. L'interno di Dea dopo la buriana

martedì 2 febbraio 2016

Per due o X alla seconda?

Un po' di silenzio e poca navigazione in questi mesi. Prima il brutto tempo, poi Lauris operata ad un menisco, poi le vacanze natalizie a Sainte Brigitte e infine la Winter School a Magoodhoo (MARHE Center - Maldive). Qualche novità però c'è. Carletto ed io abbiamo fatto un piano di regate lunghe da disputare in due con il suo First 31.7. In fondo si tratta di regate in alternata solitudine, ma con la possibilità d'intervento dell'altro compagno nei momenti più critici e di confronto sulle scelte tattiche. Soprattutto è un mezzo per goderci la navigazione e per confrontarsi con se stessi più che con gli avversari. Un modo per moltiplicare la singola responsabilità e capacità tecnica, anzi, per elevarla al quadrato!