martedì 7 marzo 2017

Mare azzurro e vele rosa.

"Mare azzurro e vele rosa", con questo titolo uscirà a giorni su Geotema (rivista dell'Associazione Geografi Italiani) un articolo che cerca di ricostruire il ruolo delle navigatrici sportive nella trasformazione del mare da spazio esclusivamente maschile a spazio in cui anche le donne hanno il diritto di mostrare il loro valore. Sono un po' in anticipo, ma mi piace annunciarlo oggi 8 marzo. Ecco l'abstract: Decine di aforismi , di superstizioni e di luoghi comuni descrivono l’inadeguatezza delle donne in mare e la sfortuna che porterebbero a bordo delle navi. In realtà molti esempi, anche storici, di donne navigatrici mostrano come queste idee siano frutto di una costruzione sociale che determina , almeno idealmente, una netta divisione tra spazio terrestre dove si svolge la vita “normale”, in cui uomini e donne, pur con ruoli differenziati hanno diritto a convivere, e lo spazio marino in cui vigono regole diverse e in cui le donne non hanno diritto ad entrare. Questa visione dicotomica di spazi si sta lentamente allentando. I motivi di questo cambiamento sono molteplici, ma sicuramente un ruolo lo hanno avuto i successi sportivi che diverse donne hanno avuto nella competizione velica d’altura. Il seguente contributo vuole analizzare, sulla base delle autobiografie di queste atlete, come siano riuscite a scalfiggere il muro che separava idealmente le donne dal mare e quali difficoltà abbiano trovato in questo loro ruolo di avanguardia.

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