martedì 31 maggio 2016

Regata degli isolotti 27-29 maggio

Seconda regata del programma X2. Partenza da Genova venerdì 27 maggio alle ore 19 con pochissimo vento. Carletto ed io decidiamo di tenerci al largo e la strategia si rivela vincente. Infatti mentre le barche che ci precedono scadono sottovento dirigendosi verso il Golfo Paradiso e restando là bloccate a lungo, noi, molto lentamente, procediamo nella buona direzione. Molto lentamente superiamo il promontorio di Portofino e il Golfo del Tigullio ci regala una brezza da terra sostenuta che ci permette di procedere attorno ai 6 nodi. Dopo il Tigullio si procede ad elastico, a momenti si è quasi fermi e a momenti si procede un po' più veloci. Dopo Punta Mesco il vento cala quasi completamente, è ormai mattina e possiamo avere anche visivamente conferma che siamo nel gruppo di testa della flotta, ma il vento che ora proviene prevalentemente dalle nostre spalle, è leggerissimo e di direzione variabilissima. A distanza di poche decine di metri le condizioni sono diverse, ci si può muovere o si può rimanere completamente fermi. Ormai in Prossimità dell'Isola del Tino, prima boa del percorso, da lasciare a destra, un refolo da poppa ci spinge sotto spi, ma il vento ci pianta e restiamo bloccati, mentre le altre barche ricevono un venticello che permette loro di raggiungerci. A questo punto commettiamo l'errore che compromette la regata. Per passare il Tino ci sono due possibili opzioni, o scegliere la rotta più diretta e breve o tenersi molto al largo per poi risalire verso nord. Noi teniamo una rotta intermedia che si rivela un disastro, issiamo e ammainiamo almeno cinque volte lo spi, ma siamo quasi fermi e ci passano tutti. Doppiato il Tino, ormai nel pomeriggio di sabato, un bel vento da sudest ci porta verso l'Isola della Gorgona, seconda boa del percorso, si procede bene, ma il vento è disteso e dunque chi ci precede è irraggiungibile. Dopo il tramonto il vento ci pianta nuovamente e si sta due ore a combattere per tentare di almeno tenere la prua in rotta. Il vento riprende, ma il tempo perso inizia a farci dubitare di poter arrivare all'arrivo, posto a Livorno, entro il tempo massimo, fissato alle ore 7 di domenica 29. Dea Selvatica riprende a filare ad ottimo ritmo, ma il passaggio della Gorgona, da lasciare a sinistra, si rivela, come prevedibile, complicato dall'effetto ombra costituito dalla conformazione montuosa dell'isola. Passata la Gorgona ci aspettiamo che il vento ci venga al traverso e invece cade e, dopo poco, ritorna, piuttosto intenso, ma proprio dalla direzione di Livorno. Si bordeggia, ma si fila a 6/6,5 nodi e dunque c'è ancora speranza di tagliare la linea del traguardo entro il tempo massimo. Nelle ultime miglia il vento ci dà un po' di buono e dunque ci dirigiamo verso la meta senza dover bordeggiare. La linea d'arrivo è posta tra la costa, in corrispondenza della sezione velica dell'Accademia Navale e una boa posta a 300 m dalla costa e sormontata da una luce intermittente bianca che risulta, per la sua scarsa intensità e per il suo essere
confusa tra le luci della città, difficilmente identificabile, comunque, dopo non pochi dubbi, tagliamo la linea del traguardo alle ore 5,40. Siamo entro il tempo massimo e il nostro obiettivo minimo è raggiunto. Siamo gli ultimi a tagliare, ma noi diamo il meglio con vento medio forte, le altre barche concorrenti sono tutte più grandi e sono condotte da equipaggi completi e comunque nella prima metà della regata, abbiamo dato loro filo da torcere. Questi fattori dimostrano che siamo competitivi: state attenti ragazzi!

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